La via Carolingia - tratto mantovano

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VIA CAROLINGIA - TRATTO MANTOVANO

A partire dal 2006 il Dipartimento per i Beni Culturali e Paesaggistici del Ministero per i Beni Culturali e le Attività Culturali, in collaborazione con l'Associazione "Via Carolingia", ha avviato il progetto di recupero, valorizzazione e gestione dei contesti paesaggistici e culturali interessati dal tragitto che percorse Carlo Magno da Aquisgrana a Roma nell'anno 800 per essere incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero da papa Leone III.

Questo progetto mira a valorizzare sotto il profilo culturale, storico, artistico, turistico economico e religioso l’itinerario carolingio anche con l'avvenuto ottenimento dell'ufficialità da parte del Consiglio d'Europa della Via Charlemagne/Via Carolingia, affinché crei un collegamento ideale fra i Comuni Italiani, Svizzeri, Belgi, Francesi e Tedeschi che si trovano lungo il tracciato, ne promuova e ne valorizzi gli aspetti turistici oltre a quelli di rilevante patrimonio culturale e paesaggistico.

Il percorso nel tratto mantovano, parte da Castiglione delle Stiviere e raggiunge Solferino, Cavriana e Volta Mantovana attraverso le colline moreniche per giungere poi nel capoluogo mantovano e proseguire sino a San Benedetto Po, Sermide e Felonica e la Rocca di Stellata.

Ripercorrere dopo 1200 anni l'itinerario che Carlo Magno percorse tra l'VIII e il IX secolo per recarsi a Roma, è un modo di viaggiare non solo in uno spazio geografico, ma anche temporale, cercando di immaginare il territorio in quel periodo storico. Ritrovare la rete di strade e sentieri calpestati dalla corte regia carolingia è impresa ardua e difficile. Le grandi strade romane erano quasi scomparse dopo trecento anni di incuria e si usava spesso la Via Francigena e la Via Germanica per scendere dal Nord nelle terre del sud.

Delle grandi strade romane restavano solo fasci direzionali stradali, sentieri e mulattiere . Partendo dalle scarse fonti storiche disponibili si possono ipotizzare però diverse opzioni, confrontando fra loro vari fattori: le vie di comunicazione usate abitualmente in quei tempi, gli insediamenti urbani e la loro importanza all'epoca e… gli interessi "politici" dell'Imperatore. Rimangono anche così numerose lacune, integrate con la scelta di valorizzare due aspetti del nostro territorio: i beni considerati minori del nostro immenso patrimonio culturale e le zone poste sotto tutela ambientale per il loro rilevante valore paesaggistico.

Se strade e città sono profondamente cambiate nel corso dei secoli, non è stato così per i paesaggi naturali; certo una palude potrà essere stata bonificata, un bosco avrà ceduto il posto alla cultura agricola, ma l'essenza del paesaggio ambientale è ciò che è necessariamente mutato meno.

Trovati questi punti cardinali del percorso, la scelta definitiva sulle strade da percorrere per collegarli fra loro si è posata, dove possibile, sulla viabilità minore per favorire l'utenza ciclistica e pedestre. Infatti per cogliere appieno l'emozione di un viaggio così particolare, il mezzo più appropriato è la bicicletta da sempre il mezzo più usato in pianura e sul Po insieme alle barche .

Ma il il cammino seppur a volte faticoso, rappresenta il lento procedere delle cose, prima dell'avvento del motore , tra i silenzi e gli sconfinati paesaggi padani.

Approfondimenti: www.viacarolingia.eu 

 



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