Tipologia
L’ultima tappa del cammino carolingio nel tratto mantovano prende avvio dal parco fluviale di Sermide, luogo d’incontro e di ristoro, per avviarsi lentamente sull’argine maestro in direzione est, seguendo l’incedere calmo del Po. Si cammina con il sole alle spalle, tra il verde degli argini e i riflessi del fiume, mentre l’orizzonte si apre sempre di più. Questa è una terra di passaggio e di confine, dove Lombardia, Veneto ed Emilia si sfiorano in un intreccio di culture, storie e dialetti.
Il primo paese che si incontra è Felonica, con la sua elegante pieve romanica di Santa Maria Assunta, fondata in epoca canossiana e affacciata con discrezione sul Po. L’incontro è suggestivo: la chiesa appare all’improvviso, quasi come una sentinella antica rivolta più al fiume che al paese. Qui, un tempo, i monaci benedettini vegliavano sul cammino dei pellegrini e sulla sicurezza della navigazione.
A Felonica merita una visita il Museo della Seconda Guerra Mondiale del Fiume Po: una raccolta toccante e ben curata di documenti, fotografie e cimeli bellici che raccontano le vicende del fronte fluviale e l’attraversamento del Po da parte delle truppe alleate nel 1945. La memoria della guerra si intreccia al paesaggio, alla voce dei testimoni, alla forza del fiume.
Dopo una sosta rigenerante – magari con una fetta di tiròt, focaccia rustica con cipolle locali, dal sapore deciso e autentico – il cammino riprende. La tappa continua lungo l’argine, seguendo la curva naturale del Po che qui si fa sempre più imponente.
Il paesaggio si distende tra campi coltivati e filari ordinati, tra oasi naturali e zone umide, rifugio ideale per uccelli migratori e specie autoctone.
Si arriva quindi a Quatrelle, l’ultimo centro mantovano prima del confine con la provincia di Ferrara.
Qui si può visitare la Chiesa della Natività di Maria, risalente al XVII secolo, ricostruita dopo il sisma del 2012 e riaperta nel 2022: una piccola testimonianza di fede e resilienza, impreziosita da un crocifisso ligneo di pregevole fattura.
Pochi passi ancora ed ecco la fine del percorso: la rampa che sale verso la Rocca Possente di Stellata, maestosa e solenne, segna il confine tra le terre gonzaghesche e quelle estensi.
Edificata nel cuore del Medioevo per controllare i traffici fluviali, la rocca conserva intatto il suo fascino: mura a punta di lancia, bastioni obliqui per resistere alle artiglierie, un profilo che si staglia netto contro il cielo. Il pellegrino che la raggiunge sa che il cammino ha trovato qui il suo naturale epilogo.
Questa tappa è dominata dalla voce del fiume. Il Po accompagna ogni passo, è presenza costante, liquida e potente. La strada arginale diventa un nastro sospeso tra cielo e acqua, dove lo sguardo spazia e il pensiero si fa limpido. In primavera, i campi si colorano di verde e giallo; d’estate la luce rimbalza sulle superfici d’acqua; in autunno il fiume si veste di nebbie e mistero.
I paesaggi golenali si rivelano nella loro varietà: boschi fluviali, lanche, praterie umide, dove nidificano aironi, cavalieri d’Italia, nitticore. La Riserva MaB Unesco Po Grande tutela proprio questa biodiversità fragile, affidandola alla cura delle comunità locali e alla consapevolezza di chi la attraversa.
Con l’arrivo alla Rocca di Stellata si conclude la Via Carolingia mantovana. Un cammino che non è solo percorso fisico, ma esperienza interiore. Ogni tappa è stata incontro: con la storia, la natura, le persone. Dal Mincio al Po, dal cuore della Lombardia alle soglie dell’Emilia, il viandante ha attraversato terre ricche e generose, dove l’acqua è madre, via, confine.
E proprio qui, dove la strada incontra la rocca e il fiume si prepara ad abbandonare la Lombardia, il cammino lascia spazio alla riflessione. Ogni passo ha costruito un ponte tra passato e presente, tra fede e curiosità, tra il desiderio di partire e la gioia di arrivare.
Il viaggio è compiuto. Ma ogni cammino, quando termina, è solo l’inizio di un nuovo sguardo sul mondo.
Finanziato dal Ministero del Turismo attraverso il Fondo per i Cammini Religiosi