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Lasciato il borgo fluviale di Governolo, il cammino riprende con una delle tappe più suggestive e dense di spiritualità di tutta la Via Carolingia. Lungo il tragitto, il fiume Po accompagna il passo del viandante con la sua maestà placida, aprendosi in scorci fluviali e paesaggi agricoli che parlano di antichi mestieri, terre fertili e saperi tramandati. La meta è San Benedetto Po, cuore della civiltà monastica padana e luogo profondamente legato alla figura di Matilde di Canossa.
Il pellegrino percorre Via Molinara in direzione Correggio Micheli e camminando lungo l’argine arriva all’attraversamento del ponte stradale che lo porterà a San Benedetto Po. In alternativa alcuni operatori privati su richiesta effettuano il servizio di trasporto via acqua o via terra per giungere fino all’altra riva del Fiume Po.
Raggiunta la riva opposta, si costeggia l’argine che segue il grande meandro del fiume, un cammino lento e contemplativo tra i campi coltivati e i riflessi cangianti dell’acqua. Si passa per il borgo di Gorgo, con le sue trattorie e il piccolo ma interessante Osservatorio Astronomico, per poi giungere finalmente a San Benedetto Po, dove il profilo dell’Abbazia si staglia all’orizzonte come un faro spirituale. Le ultime centinaia di metri si percorrono sotto cieli larghi, spesso battuti dal vento, che accompagna il viandante tra il profumo dei pioppi e il fruscio del canneto. Il silenzio si fa compagno fidato e le emozioni si mescolano all’attesa. Ogni passo è un ritorno a sé stessi.
Il protagonista silenzioso di questa tappa è il fiume Po. Immenso e maestoso, è stato arteria vitale per i trasporti, la colonizzazione etrusca e le grandi rotte commerciali tra Adriatico e pianura. Le sue rive narrano secoli di bonifiche, di civiltà che lo hanno abitato, e di battaglie ingegneristiche per contenerne le piene.
La vegetazione fluviale, seppur modificata dall’agricoltura intensiva, conserva isole naturalistiche di valore, con pioppeti, boschetti golenali e lembi rinaturalizzati. Numerose le specie ittiche, tra cui siluri, lucci, pesci gatto, e la presenza invadente del gambero rosso della Louisiana. Un ambiente che va attraversato con rispetto, ascoltando il respiro della terra e dell’acqua. In primavera, l’aria si riempie di fragranze d’acacia e umidità fluviale; in estate, le giornate scorrono lente sotto cieli azzurri e sole battente. D’autunno, le nebbie avvolgono i campi e ogni suono si fa ovattato, intimo. È un paesaggio che non si impone, ma si lascia scoprire piano, con pazienza e meraviglia.
Questa tappa è un passaggio tra mondi. Dalla forza dell’acqua alla solidità della pietra, dalle chiuse fluviali ai chiostri abbaziali. Si entra a San Benedetto Po come chi attraversa una soglia: quella tra la vita frenetica e una dimensione più lenta, più profonda, più essenziale.
Qui, dove Matilde di Canossa scelse di essere sepolta, il cammino assume il sapore della memoria e della gratitudine. Una tappa breve, ma intensa. Da gustare passo dopo passo. Il suono lontano di una campana, il canto di una cincia, il profumo di mosto o di terra bagnata dopo la pioggia… sono questi i dettagli che, una volta giunti alla piazza dell’Abbazia, restano nel cuore.
A conclusione della tappa una visita al Museo Civico Polironiano, dove la cultura contadina e monastica si fondono in un racconto fatto di strumenti, saperi e spiritualità. C’è chi si perde in una preghiera silenziosa, seduto su una panca della basilica, o chi si regala un pasto caldo in una delle locande locali, gustando i sapori decisi di una cucina legata alla terra e alle stagioni.
Benvenuto a San Benedetto Po. Il tuo cammino lungo la Via Carolingia continua.
San Benedetto Po , Bagnolo San Vito , Roncoferraro ,
Finanziato dal Ministero del Turismo attraverso il Fondo per i Cammini Religiosi