Tipologia
Lasciata la maestosa Abbazia di San Benedetto in Polirone, il pellegrino riprende il cammino accompagnato dal respiro lento del Grande Fiume. Questa tappa attraversa paesaggi fluviali e campestri, in un susseguirsi di argini, pioppeti e borghi silenziosi che sembrano sospesi nel tempo. È una tappa di transizione e insieme di scoperta, dove le testimonianze del passato si intrecciano con la forza e la vastità della natura.
Si parte dalla piazza principale del paese e si prosegue verso Bardelle, lasciando alle spalle l’imponente complesso monastico.
Poco dopo, il percorso tocca il borgo di Mirasole, raccolto tra campi e filari, prima di raggiungere l’argine maestro del Po. Qui lo sguardo si apre su un paesaggio di luce e orizzonti vasti, dove le acque si confondono con il cielo. Si prosegue verso le foci del fiume Secchia, un tratto suggestivo punteggiato da impianti idrovori storici e da piccoli nuclei rurali. La tappa raggiunge quindi Quingentole, con la sua grande chiesa parrocchiale e la Villa Vescovile, già dimora dei Gonzaga, oggi sede del municipio. È qui che il cammino offre due possibili varianti:
A Pieve di Coriano, la Pieve di Santa Maria Assunta custodisce affreschi del Cinquecento e la memoria viva di Matilde di Canossa, che qui avrebbe costruito il tempio nel 1082, dopo aver sconfitto l’esercito imperiale. Il cammino si fa così storia vivente, in un luogo dove fede, battaglie e arte si intrecciano.
Da qui, si risale l’argine in direzione di Revere. seguendo il grande Fiume Po. Giunti in paese, ad accogliere il viandante è il maestoso Palazzo Ducale, progettato da Luca Fancelli per Ludovico II Gonzaga nel 1450. Poco distante, il poderoso torrione medievale ricorda l’importanza strategica del borgo, che fu prima insediamento etrusco e poi avamposto commerciale nel medioevo.
Una sosta nel centro storico permette di assaporare l’anima autentica del paese, tra porticati, botteghe e il profumo del lambrusco. È un invito a rallentare ancora, a perdersi nei dettagli, nei racconti degli anziani, nella bellezza delle piccole cose.
Camminare tra San Benedetto e Revere è un viaggio dentro il cuore idraulico e agricolo della Bassa Padana. I grandi impianti di bonifica, i pioppeti ordinati, le rive cesellate dall’acqua parlano di un equilibrio antico tra uomo e natura. I giochi di luce sull’acqua, i canti degli uccelli, il profumo della terra umida si imprimono nella memoria del pellegrino come immagini indelebili.
Durante la stagione autunnale, i paesaggi si tingono d’oro e di ruggine, e la nebbia che sale dal fiume aggiunge un velo di mistero. In primavera, le rive si animano di colori e voci, con l’erba alta che ondeggia al vento. Anche d’estate, nonostante il caldo, il cammino lungo l’argine regala pause di frescura e ampi respiri. È un tratto che insegna a osservare e ad ascoltare: il passo rallenta, il pensiero si allarga.
Questa tappa della Via Carolingia è densa di simboli: l’abbazia, il Po, i pioppeti, le rovine antiche e i segni della devozione. È un tratto che unisce fede e ingegno, bellezza e fatica. Revere rappresenta non solo un arrivo, ma una nuova soglia: quella che apre alle terre dell’Oltrepò e verso l’ultima parte del viaggio. Fermarsi qui è occasione per ripensare a ciò che è stato e prepararsi a ciò che verrà.
Benvenuto a Revere. Il tuo cammino lungo la Via Carolingia continua.
Borgo Mantovano , Quistello , Quingentole , San Benedetto Po ,
Finanziato dal Ministero del Turismo attraverso il Fondo per i Cammini Religiosi