Tipologia
La seconda tappa della Via Carolingia si apre con un saluto silenzioso e carico di storia: la Pieve romanica di Santa Maria domina la valle sottostante, solitaria e austera, come a benedire i passi di chi riprende il cammino.
Il viandante lascia alle spalle Cavriana e si avventura tra le colline. Il paesaggio si snoda tra vigneti ordinati, boschetti ombrosi, campi coltivati, fattorie in pietra e prati aridi punteggiati di fiori. In primavera, il sentiero si trasforma in un mosaico di colori.
Si incontrano piccoli borghi e antiche cascine, dove il tempo sembra rallentare, e ogni curva del sentiero regala nuove prospettive sul paesaggio.
Da lontano appaiono tra le colline, le mura di Volta Mantovana. All’arrivo, il borgo accoglie con la sua eleganza discreta e il fascino dei luoghi ricchi di storia: il Castello, le strade acciottolate, i profili dei tetti, e soprattutto il raffinato Palazzo Guerrieri Gonzaga con il suo giardino all’italiana. Le siepi curate, le rose e la storica Serra-Limonaia restituiscono la grazia di un tempo che qui ha lasciato tracce di bellezza durevole.
Lasciato il centro storico, il cammino prosegue lungo una pista ciclabile immersa nel verde verso località Gatti. Si scende verso la campagna aperta, tra distese coltivate e filari di pioppi, fino a raggiungere il fiume Mincio in località Molini di Volta. Qui, un piccolo chiosco accoglie pellegrini e ciclisti per una sosta rigenerante.
Il tratto che segue costeggia il Mincio, inizialmente nel suo corso regolato e poi nel suo tratto più naturale, porta a Pozzolo. Si prosegue attraversando il Ponte sul Mincio e imboccando poi la strada che conduce ai piccoli borghi rurali di Ferri, Falzoni e Torri.
In questo tratto di cammino, dove si costeggia il fiume Mincio, si crea una vasta zona umida che partendo dalle campagne del borgo di Torri (Corte Isolo) arriva a Goito presso il “Bosco degli Arimanni”. Qui si possono incontrare i falchi in caccia, cigni reali, aironi cinerini e aironi bianchi, upupe e pettirossi e rigogoli e ultimamente anche Ibis provenienti dal delta del Nilo. La flora comprende iris e ibisco palustre, nannuferi, genziana di palude, canneti e carici. I sentieri sono ricavati sulla riva destra del fiume e offrono scorci fluviali suggestivi e a tratti selvaggi, soprattutto al tramonto quando le ombre si allungano tra le chiome fitte degli alberi e il lento scorrere del fiume .
La parte finale della tappa è una suggestiva camminata lungo il corso naturale del fiume. I riflessi verdi dell’acqua, il volo improvviso di un airone, il profumo dell’erba bagnata rendono ogni passo un invito alla meraviglia. E così, quasi senza accorgersene, si giunge a Goito, attraversando il ponte sul Mincio.
Qui, il viandante può sostare all’ombra del parco, tra alberi secolari e chioschetti rigeneranti.
Il tratto di cammino da Volta a Goito segue il corso del Mincio, che in questa parte si allarga in meandri sinuosi. Gli ambienti naturali sono straordinariamente ricchi: salici bianchi, pioppi, olmi e farnie si alternano a canneti e distese di giunchi. Il viandante si muove tra paesaggi acquatici e agrari, in un equilibrio raro tra biodiversità e operosità umana.
Il percorso attraversa terre generose, vocate alla viticoltura e alla produzione di oli pregiati. Il clima mite e i suoli calcarei danno vita a vini DOC e IGT, mentre ulivi e mandorli crescono spontanei accanto ai campi. Le trattorie lungo il cammino offrono piatti della tradizione mantovana, sapori autentici da assaporare con lentezza.
Questa è una tappa da ascoltare con tutti i sensi. Il fruscio degli alberi, il richiamo degli uccelli d’acqua, il vento che attraversa i pioppeti: ogni elemento si fa voce di un paesaggio antico e accogliente. Un invito a camminare con rispetto, cuore aperto e occhi curiosi.
La Via Carolingia continua.
Volta Mantovana , Cavriana , Goito ,
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