Via Carolingia tratto mantovano: Mantova - Governolo

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TAPPA 4: Mantova – Governolo

Dall’inizio del lago Superiore al Museo Diffuso del Fiume

La quarta tappa della Via Carolingia nel tratto mantovano è un viaggio fluviale, agricolo, storico e poetico. Si lascia il centro di Mantova, accarezzando i giardini dell’Orto Carolingio, e ci si inoltra verso sud seguendo il respiro del Mincio, che qui inizia a mutare, aprendosi in canali, prati allagati, specchi d’acqua, fino a confluire nel Po. Il fiume non è solo compagno di strada, ma diventa narrazione viva, ponte fra passato e presente, simbolo di connessione, civiltà, equilibrio.

opo aver attraversato l’Argine Maestro si riprende un tratto della Ciclovia Sole, e proseguendo il cammino incontra il Forte di Pietole, imponente baluardo napoleonico immerso nel verde, oggi sede del Parco Museo Virgilio. La fortezza sorge laddove, secondo la tradizione, nacque il poeta latino: qui le parole di Virgilio sembrano ancora riecheggiare tra i sentieri e gli alberi.
Poco distante, il sito archeologico del Forcello racconta invece un’altra epoca: quella etrusca. Le ricostruzioni in scala e le attività didattiche ne fanno un luogo ideale per immergersi nella vita quotidiana di oltre duemila anni fa.
Poco oltre, lo stabilimento idrovoro della Travata e la Chiavica del Comando raccontano l’epopea della bonifica padana e la sapienza ingegneristica del Novecento. Il fiume viene regolato, accompagnato, reso navigabile: qui l’acqua è madre, ma anche forza da domare.
L’arrivo a Governolo è uno dei momenti più evocativi dell’intero cammino. Il borgo sorge dove il Mincio si getta nel Po, ed è da sempre luogo strategico per il controllo idraulico e militare. La storia risuona nelle mura della torre matildica e nella memoria delle battaglie risorgimentali, mentre l’acqua scandisce il ritmo delle giornate. Il Museo Diffuso del Fiume accoglie il viandante con modelli, filmati, pannelli didattici che raccontano secoli di convivenza con l’ambiente fluviale.

Paesaggio e natura

L’intero percorso si snoda all’interno di un paesaggio idraulico unico, modellato dall’uomo ma ancora ricco di biodiversità. Il corridoio ecologico del Mincio all’interno del suo parco omonimo offre habitat per decine di specie protette, in particolare aironi, cormorani, falchi di palude e anatre selvatiche.
Nei prati umidi e nei canneti si incontrano iris palustri, carici, genziane e rare orchidee. Il silenzio degli argini è interrotto solo dal volo improvviso di un martin pescatore o dal fruscio dell’erba al passaggio del vento. Nei pressi della Vallazza, le acque si aprono in specchi riflettenti, popolati da ninfee e castagne d’acqua, con salici bianchi e ontani a incorniciare il sentiero. È una camminata che nutre i sensi: si sentono profumi d’erba, si ascolta il gorgoglio del fiume, si vedono tramonti larghi e profondi come orizzonti interiori.

Per chi cammina

La quarta tappa è un lungo respiro tra le acque. Si cammina immersi in una geografia antica, fatta di fiumi, pievi, canali e torri. Qui ogni dettaglio racconta il rapporto tra uomo e natura: dalle chiuse ai fossati, dai manufatti industriali alle riserve protette. È una tappa lenta, meditativa, dove il paesaggio insegna equilibrio e ascolto.
Il cammino non si ferma a Governolo: prosegue verso est, lungo il Po e oltre. Ma qui, nel punto in cui il Mincio incontra il grande fiume, il pellegrino trova un momento per fermarsi, osservare e lasciarsi attraversare da tutta la bellezza che lo circonda.

Percorsi alternativi e varianti

  1. Variante naturalistica Vallazza Dal Bosco Virgiliano si segue la sponda destra del Mincio, tra il Forte, la Macchina Fissa e Chiavica Travata, fino a Governolo
  2. Via Matildica del Volto Santo Un cammino collegato alla Via Carolingia, che offre maggiori possibilità di pellegrinaggio.


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