Dopo i caratteristici abitati di Rivalta e Grazie il fiume Mincio rallenta e si allarga verso est, creando la vasta palude delle Valli del Mincio, articolata in più bracci fluviali che si congiungono a formare il primo dei tre bacini lacustri che, oggi, lambiscono Mantova. La storia della città è in effetti indissolubilmente legata al suo fiume e alle distese acquatiche circostanti, che ne hanno anche condizionato lo sviluppo urbano e il tessuto economico e sociale. Lo stesso profilo di Mantova, con le sue torri, le cupole e i palazzi rinascimentali, deve in buona parte la sua celebrità agli scorci di straordinaria suggestione che si possono cogliere proprio dalle sponde dei laghi. L’attuale assetto dei laghi Superiore, di Mezzo e Inferiore è dovuto alle opere di regimentazione idraulica attuate su progetto di Alberto Pitentino agli inizi del XIII secolo, all’interramento del lago Paiolo avviato a partire dal XVIII secolo e ai successivi interventi di bonifica realizzati fino agli anni sessanta-settanta del Novecento. Nel complesso, tali opere permisero di regolare il deflusso delle acque, potenziando le difese naturali della città – rimasta a lungo, dopo la caduta della casata dei regnanti Gonzaga, caposaldo strategico austriaco – e garantendo, in generale, una migliore gestione delle risorse idriche. I laghi, tuttavia, non rappresentano per Mantova solo un peculiare elemento storico-paesaggistico, ma rivestono anche un’importante valenza economica (turismo, navigazione, pesca) e ambientale (per la vicinanza di riserve naturali di pregio, ricchissime sotto il profilo della flora e della fauna, come le Valli del Mincio a monte del Lago Superiore e la Vallazza subito dopo il Lago Inferiore). La fascia territoriale occupata dai laghi di Mantova è attualmente parte integrante del Sito Unesco come Zona di Rispetto.