Dopo l’abitato di Rivalta, il fiume Mincio tende ad allargarsi e a dividersi in più bracci fluviali, in un paesaggio naturale di grande fascino caratterizzato da estese formazioni di canneto e cariceto e lamineti galleggianti di ninfee. Si apre qui, giungendo fino alle porte di Mantova, una vasta area paludosa, di 1450 ettari di estensione: la Riserva naturale “Valli del Mincio”, annoverata tra le zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar del 1971 in virtù della straordinaria ricchezza di specie floristiche e faunistiche. La riserva è ZPS (Zona di Protezione Speciale) per la tutela delle numerose specie ornitiche stanziali e di passo legate agli ambienti acquatici (ardeidi, anatidi, uccelli di canneto, rapaci delle zone umide) e SIC (Sito di Importanza Comunitaria) appartenente alla “Rete Natura 2000” per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna. Consigliabile un’escursione in battello per le suggestioni che gli specchi d’acqua e le rigogliose distese di vegetazione ripariale e galleggiante regalano soprattutto in primavera, con l’arrivo di parecchie specie di uccelli migratori in aggiunta agli stanziali, e in estate, con la piena fioritura – luglio e agosto – del fior di loto, pianta acquatica esotica di particolare fascino introdotta nel 1921, divenuta però infestante e rilevante problema ambientale per la minaccia arrecata alle formazioni vegetali autoctone (ninfea bianca, nannufero e castagna di lago tra tutte). L’intervento dell’uomo sull’ambiente può essere colto nello stesso intricato sviluppo dei canali e nei chiari che si aprono fra i canneti, complicando l’idrografia naturale della zona: essi furono realizzati dagli abitanti della valle nel corso dei secoli per accedere alle zone di pesca, per creare i “giochi” di caccia, o per regolare l’afflusso d’acqua alle aree dove venivano coltivate le carici e la canna di palude, materie prime che alimentavano una fiorente attività manifatturiera tradizionale (impagliature, stuoie, graticci). La memoria di queste attività è conservata nel Museo Etnografico dei mestieri del fiume e centro visite del parco del Mincio a Fondo Mincio (Rivalta). La particolare bellezza della zona umida e dei borghi affacciati in riva destra – Grazie di Curtatone e Rivalta sul Mincio – è stata premiata con il riconoscimento di “Destinazione turistica d’eccellenza 2009” nell’ambito dell’azione comunitaria EDEN.