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Uno dei più importanti resti di tutta la provincia mantovana (1900-1906), che interessa la porzione di Oltrepo posta a destra del Po e a sinistra del Secchia.
Nel suggestivo e grazioso interno è in via di realizzazione il Museo della Bonifica.
Il salto di qualità della lentissima ma progressiva meccanizzazione, conseguente anche all’ introduzione di nuove specie coltivate (mais, pomodoro, tabacco, patata) a partire dal XVI secolo oltre all’utilizzazione dei concimi chimici iniziata alla fine del 1800, fu dato anche dalle grandi opere di bonifica e di irrigazione iniziate dopo l’Unità d’Italia.
Furono costituiti i primi consorzi di bonifica.
In questo comprensorio, la bonifica integrale fu realizzata nel periodo tra il 1889 e il 1907, portando notevoli miglioramenti alla produttività della zona e a cambiamenti negli avvicendamenti colturali.
La bonifica non solo offriva maggiori superfici coltivabili, ma rendeva l’ambiente più sano e meno gravemente assoggettato alle devastazioni della malaria. Nella prima metà del XX secolo il sistema agricolo mantovano, in seguito all’apertura del mercato nazionale cominciò ad orientarsi verso la zootecnia da latte, con la diffusione di prati stabili ed avvicendati ai cereali.
Il paesaggio cominciò così a mutare nell’assetto colturale ed in seguito nella struttura fondiaria, continuando però a reggersi sull’elemento cardine dell’azienda tradizionale agro-zootecnica.
Dal Secondo Dopoguerra in poi, invece, si assistette alla destrutturazione dell’azienda; l’introduzione e l’impiego massiccio della chimica in agricoltura e la meccanizzazione sempre più spinta delle tecniche agricole portarono alla rottura del rapporto produzione-terra e al conseguente “tracollo” del paesaggio agrario storico, che si ritrova oggi ad avere forme sempre più banalizzate e scarso valore naturalistico.
Un capitolo importante dell’architettura che caratterizza il territorio dell’Oltrepo è quello dei manufatti legati all’azione di bonifica che, proprio in questa area, riveste un ruolo primario nel disegno del paesaggio.
I consorzi di bonifica che operano nell’Oltrepo sono quattro: Sud Ovest Mantova, Agro Mantovano Reggiano, Revere e Burana.
Tra gli altri impianti in opera: la stazione idrovora della Travata di Bagnolo San Vito (1926) della Bonifica sud di Mantova; la botte di San Prospero di San Benedetto; lo stabilimento di Mondine; l’impianto idrovoro di San Siro in San Benedetto (1925); l’impianto idrovoro di Revere.
Per approfondimenti sul tema degli itinerari legati alla figura della Contessa Matilde di Canossa,
consultare il sito www.terredimatilde.it
Il patrimonio culturale dell’Oltrepo riguarda poi i musei che costituiscono i “presidi culturali” del territorio, veri centri propulsori della cultura e punti di riferimento per la progettazione futura turistica e di sviluppo economico.
Dal 2003 esiste il progetto “Sistema museale provinciale” (L.R. 1/2000) che si ispira alla gestione associata ed integrata di servizi museali e turistici .
Il sistema museale mantovano si ispira al concetto di museo come bene culturale, fucina per nuovi bacini d’impiego, capaci di sviluppare le risorse endogene del territorio integrando il rispetto e la valorizzazione delle tradizioni e delle tipicità locali.