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Il gruppo di case in riva al Lago Superiore, costruite attorno a questa chiesa, mantiene ancora molti caratteri dell'antico villaggio di pescatori.
E' la chiesa del convento domenicano fondato nel 1429 da Gianfrancesco Gonzaga, marchese di Mantova. Passato nel 1675 ai francescani e soppresso un secolo dopo, fu riscattato come nuova sede dell'ammalorata (e poi demolita) chiesa della parrocchia che pertanto si denomina Chiesa di San Lazzaro in Santa Maria degli Angeli.
Del convento, che si stendeva con due chiostri lungo il lato settentrionale della chiesa, resta l'ingresso: è la prima parte, distinta da una porta ad ogiva e due finestrelle circolari, del corpo di fabbrica in angolo con la facciata del tempio.
Quest'ultimo presenta prodigiosamente intatte le belle forme gotiche, interessanti anche perché, riprendendo quelle del santuario citato, consentono di percepire quale ne fosse l'aspetto originario. La facciata si orna di oculo e portale profilati di cornici a motivi floreali, nonché di pinnacoli che continuano lungo il fianco destro sino alla nitida abside, affiancata da campanile cuspidato.
L'interno è a tre campate, più una minore costituente l'abside, coperta da volte a crociera dalle chiavi di volta scolpite, raffiguranti la margherita (fiore araldico dei Gonzaga), due angeli e il mistico Agnello. Altro richiamo agli antichi signori è il grande stemma nella forma dell'ultimo periodo ducale, affrescato sulla controfacciata. Sulla parete sinistra domina una tela recentemente recuperata, dipinta su entrambi i lati a gloria di San Bonaventura e l'Albero della Vita; in copia fotografica, il lato cinque-seicentesco, in cui il santo, ai piedi della Madonna col Bambino, è affiancato da San Vincenzo e San Diego. Gioiello della chiesa è poi la tavola della Madonna degli Angeli, in cui memorie gotiche si fondono col nuovo spirito rinascimentale, portato a Mantova da Andrea Mantegna; è opera del secondo Quattrocento, attribuita a Nicolò da Verona.
La chiesa si orna inoltre di non trascurabili opere recenti: la Via Crucis, del Mantovano Aldo Bergonzoni; le vetrate, tra cui nell'abside, il Cristo Pantocrator e Storie di San Lazzaro e San Pietro, e nell'oculo di facciata la Croce Gloriosa; nella cappella feriale, una targa, posta a ricordare che nell'allora convento domenicano visse il Beato Matteo Carreri.