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Chiesa dello Stato, affidata alla parrocchia di San Barnaba.I Teatini, che avevano il convento (in parte ancora riconoscibile all'interno della caserma dei Carabinieri) annesso alla chiesa, completano la fabbrica della stessa, aperta al pubblico nel 1616, e da loro iniziata tre anni prima, con la supervisione dell'architetto Antonio Maria Viani, prefetto delle fabbriche ducali. Nel 1797, quando i Teatini vengono allontanati da Mantova, la chiesa è parrocchia. Sotto il dominio francese la chiesa, già intitolata ai Santi Maurizio e Margherita, diventa dal 1808 al 1814 parrocchia militare con il titolo di San Napoleone; in questi anni vengono riunite nella settecentesca cappella di San Bartolomeo molte lapidi militari, fra cui quella di Giovanni dalle Bande Nere, in precedenza nella chiesa di San Domenico, dove il condottiero, morto a Mantova nel 1526, era stato sepolto. Con il ritorno degli Austriaci nel 1814, viene ripresa l'intitolazione a San Maurizio, con l'affidamento della chiesa alla parrocchia di San Barnaba. La storia della chiesa scorre sino al 1957 quando, dopo i danni subiti a seguito dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, viene chiusa al culto. In San Maurizio si apprezza uno spazio arichitettonico che si diversifica e si dilata nel passaggio dalla navata al transetto, alle cappelle - tre per parte - ed al presbiterio; si può inseguire la varietà in cui si snodano le forme a stucco dal quelle plasmate nel primo '600 a quelle del '700, dalle stereotipate raffigurazioni delle virtù ai putti bilicanti con berretti ed emblemi militari. Conoscere questa chiesa significa prendere atto del patrimonio pittorico in essa custodito. Si riferisce ad un periodo vicino al 1616, l'opera di Ludovico Carracci, Il Martirio di Santa Margherita, pala d'altare nella cappella del transetto intitolata alla santa, accompagnata alle pareti laterali da due quadri di Lucio Massari, suo scolaro, sempre riferiti a Santa Margherita. C'è una concorde proposta attributiva al Carracci anche per la pala della cappella vicina con l'Annunciata. Nel panorama iconografico delle tele secentesche predomina il tema del martirio dei santi: nella seconda cappella a sinistra dell'ingresso Lorenzo Garbieri dipinge il Martirio di Santa Felicita e la Strage dei Figli di Santa Felicita, con evidente drammaticità. Agli ultimi decenni del XVII sec. sono documentate le sette grandi tele laterali del presbiterio, dipinte dal fiammingo Giacomo Denys: i temi raffigurati si riferiscono a San Gaetano da Thiene, San Maurizio e Santa Margherita. Si propone di forte effetto scenografico la tela sulla parete di fondo del presbiterio: l'Apparizione della Madonna col Bambino ai Santi Margherita e Maurizio ed a i Beati dell'Ordine Teatino, con una riconoscibile veduta della città di Mantova, all'interno di uno schema compositivo di evidente derivazione rubensiana. Riferibili al quarto decennio del Seicento sono le due grandi tele di Giuseppe Bazzani, sulle pareti laterali della cappella dedicata a San Bartolomeo e a San Pio V