Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio

Chiesa

Informazioni rapide

Chiesa

Tipologia

MANTOVA

Citta

Via Trento, 1

Indirizzo

0376 322328

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Descrizione

Risale al marzo del 1142 la prima attendibile fonte inerente l’esistenza della chiesa dei Santi Gervasio e Protasio. In un documento compare infatti la dicitura «actum in canonica sanctorum Iervasi et Protasii».  Al di là di locali racconti leggendari possiamo plausibilmente ritenere che la chiesa risalga a un periodo collocabile tra la fine dell’XI e i primissimi decenni del XII secolo. Il campanile e un intero lato esterno della parrocchiale con la sequenza di archetti pensili alternati a residue paraste, con tre monofore senza motivi ornamentali, sono un documento di pietra ascrivibile a tale importante periodo cittadino. La chiesa di San Gervasio fu eretta su una pianta rettangolare. L’aula mononavata, molto sviluppata in lunghezza, si concludeva con abside semicircolare e un campanile a base quadrata integrato nell’area absidale. La facciata era a capanna e un probabile portale d’ingresso, con motivo ornamentale in cotto, completavano l’essenzialità dell’edificio sacro. Davanti e a lato della chiesa era collocata un’area adibita a cimitero. Una serie di «domunculae», di piccole case, si appoggiarono allora al muro che delimitava l’area destinata alle sepolture. 
La zona intorno alla chiesa, ancora oggi, rimanda alla crescita dei quartieri suburbani tra XI e XII secolo, una crescita legata agli insediamenti di famiglie che dal contado si stanziavano nel suburbio. E in prossimità della chiesa, lungo la direttrice viaria che conduceva verso San Giovanni delle Carrette, sorgevano precocemente, nel di tale periodo, strutture quali approdi, fondaci, manifatture, fucine e botteghe artigiane funzionali al ritrovato dinamismo della vita economica del tempo. Coerentemente a tali dinamiche insediative, accanto alla chiesa di San Gervasio, sorse anche un piccolo ospedale la cui esistenza è attestata da un atto del 1204.   
Inglobata nei primi anni del duecento all’interno del circuito urbano, San Gervasio era l’ultima chiesa che si incontrava prima di immettersi sul ponte dei Mulini in direzione del borgo di Porto e della strada per Verona. Proprio la linea difensiva delle mura, o forse del «munimine», già nel corso degli ultimi anni del XII, si attesterà in prossimità di San Gervasio mentre negli anni successivi si stanzierà qui un presidio di controllo prima dell’ingresso in città.
L’edificio sacro fu poi decisamente rinnovato nel 1395 e poi ancora nel 1607 e infine, nel 1796, il suo interno si rimodellò su un gusto neoclassico. La facciata realizzata da Gian Battista Vergani completò, nel 1836, l’opera di camuffamento dell’antico edificio.

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