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Lo scopo del Museo è quello di conservare e trasmettere – attraverso l’attività del C.I.M. Centro Italiano Madonnari – l’arte del disegno e del dipinto alla “maniera dei Madonnari”. Il Museo conserva ed espone un consistente numero di opere di Maestri Madonnari: capolavori unici e creazioni del tutto originali si mescolano a riproduzioni su pannelli e cartoncini di opere eseguite precedentemente sulle piazze. L’esposizione si snoda in un percorso tematico esemplificativo dell’evoluzione artistica di quest’arte effimera: si passa dai lavori dei primi Madonnari, custodi degli antichi e semplici stili delle arti di strada, alle sperimentazioni contemporanee incentrate sull’abilità tecnica dell’artista. Si possono, così, ammirare opere di pionieri Maestri del gessetto – quali Vittorio Caringella, Francesco Morgese o Francesco Prisciandaro – che da autodidatti dipingevano con gessi, polveri, carboncini e terre e con una certa rapidità d’esecuzione forme semplici ed incisive, assieme ai lavori freschi e naif di Straccetto-Toto De Angelis, ma anche dipinti che offrono l’illusione della tridimensionalità – come quelli di Kurt Wenner, che ha fatto dell’abilità tecnica il proprio tratto distintivo – oppure opere, come quella di Andrea Bottoli, basate sul fenomeno ottico dell’anamorfismo, per cui l’immagine che a prima vista appare distorta diventa riconoscibile se osservata attraverso uno specchio curvo.Un’ulteriore particolarità del Museo è costituita da una serie originale di formelle diterra battuta – amalgamata con paglia su di un supporto di rete metallica, seccata al sole, trattata con albume e successivamente dipinta – sulla falsariga dei materiali disponibili agli albori della pittura madonnara, quando gli strumenti e le sostanze moderne ancora non esistevano. Da questa sperimentazione nascono composizioni inedite di rara bellezza, in cui le screpolature naturali della terra, più o meno accentuate, esaltano il disegno ed i colori utilizzati.