Centro per la Fruizione del Patrimonio Archeologico dell`Oltrepo` Mantovano

Bene culturale

Informazioni rapide

Bene culturale

Tipologia

Quingentole

Citta

Via Fienili, 39A

Indirizzo

0386 42591

Telefono

038642287

Codice CIN

www.cfpa.it

SitoWeb

Descrizione

Il C.F.P.A. è ubicato nel Comune di Quingentole, all'interno di un'importante zona archeologica vincolata con decreto legislativo della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia del 17 marzo 1997.
Il sito comprende un oratorio settecentesco, i resti di una villa di età romana e due chiese medievali indagate archeologicamente negli anni '90, poste su terreno di proprietà comunale. Delle antiche strutture sono evidenziate le piante dei due edifici di culto all'interno dell'area comunale di pubblica fruizione; studi successivi hanno permesso la pubblicazione in diverse edizioni dei dati archeologici e storici. Attualmente il sito è inserito all'interno di sistemi turistici e culturali, quali il Sistema Po Matilde e Po di Lombardia.
Nel 2009 è stato completato, grazie ad un contributo regionale (L. R. 39), un intervento di valorizzazione del sito che ha permesso ulteriori indagini archeologiche e la realizzazione di pannelli informativi. SAP società archeologica srl con sede a Mantova ha individuato nell'immobile di origine rurale, ubicato all'interno del sito, un spazio ideale per realizzare attività di studio,  di ricerca e di promozione culturale e turistica. Il C.F.P.A. scaturisce da un confronto d'idee tra differenti competenze, dalla necessità di riempire vuoti in settori culturali spesso considerati come una sorta di 'zavorra economica' e dalla convinzione che possano esistere altre priorità per rilanciare lo sviluppo del proprio territorio.
La valorizzazione del patrimonio storico architettonico ed ambientale non deve essere solamente finalizzata ad un miglioramento della qualità dei luoghi del vivere, ma essere trasformata in risorsa che permetta, essa stessa, il proprio autosostentamento. Il turismo diventa lo strumento per trasformare il principio della 'valorizzazione' in risorsa feconda, capace di produrre cultura e quindi benessere.
La ricchezza del patrimonio nazionale ha condizionato e condiziona aree marginali come l'Oltrepò mantovano e i territori limitrofi dell'area veneta ed emiliana, creando scetticismo o indifferenza di fronte alla possibilità di creare un indotto capace di trasformare in risorsa ciò che appartiene alla sfera locale.
La rilettura del Turismo in un'ottica più ampia, d'interazione tra professionalità nel campo dei beni culturali, operatori agricoli, artigiani, commercianti, permette di individuare nuove potenzialità al fine di rilanciare uno sviluppo economico sostenibile. Ciò si rende concreto veicolando un fenomeno in generale espansione come il turismo verso realtà che, pur essendo meno eclatanti sotto il profilo 'monumentale', permettono un approccio particolare dal punto di vista conoscitivo, realtà in grado di produrre esperienze uniche, che vanno oltre la percezione passiva e coinvolgono attivamente, fino a trasformare l'azione del fruire in azione del costruire.
Ecco allora che dalla tensione per il turismo si distillano nuovi prodotti che reagiscono a vari livelli:
1.    Una maggiore sensibilizzazione al patrimonio locale: nel momento in cui il bene è risorsa concretamente attiva, cresce la necessità di investire su di esso, generando una biunivocità d'interessi.
2.    La creazione o il rilancio di professionalità: l'azione innovativa necessita di professionalità; al settore dei beni culturali manca soprattutto l'approccio pratico alla ricerca scientifica. Creare quest'opportunità contribuirebbe ad incrementare la sinergia tra Beni culturali, mondo del lavoro e realtà del territorio.
3.    Un indotto maggiore per i diversi operatori locali: l'affluenza turistica implica automaticamente il coinvolgimento di altri operatori che, in base alla loro capacità d'offerta, possono beneficiare dalle esigenze quotidiane del visitatore.

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