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Chiesetta medievale dedicata ai Sette Santi Fratelli martiri, recentemente ristrutturata,, nella quale è possible svolgere cerimonie e funzioni religiose.
Il primo documento che attesta la presenza di una chiesa dedicata ai Sette Santi Fratelli ubicata nel territorio di Rivalta è un atto di investitura del 1244 in cui si certifica che Don Giovanni, rettore della chiesa di S. Gervasio a Mantova, viene investito “de Cura Animorum in Ecclesia Septem Fratrum de Ripalta”.
Numerose sono le notizie riguardanti le varie visite apostoliche e pastorali effettuate a partire dal 1533 dal cardinale Ercole Gonzaga. Dal 1647 la chiesa viene definita come semplice oratorio in quanto devastata dai Lanzichenecchi durante l’assedio di Mantova nel 1630.
Nella mappa Teresiana redatta nel 1776 viene delineata la Corte dove, assieme agli edifici rurali, è raffigurata la chiesa con una sagoma identica a quella attuale. L’oratorio è inoltre riprodotto in una delle numerose tavolette votive custodite nel Santuario della Madonna delle Grazie.
Pare che Ippolito Nievo, poeta risorgimentale, oltre ad ambientarvi parte del suo racconto “L’avvocatino”, abbia soggiornato a Settefrati per un breve periodo.
La Cattedrale di Mantova ha mantenuto il suo “beneficio” sulla corte e sull’ oratorio sino al 1882, anno in cui venne acquistata dalla famiglia Giovanni Tommasini di Mantova.
Nel 2006 il fondo è stato acquistato dalla Cooperativa Agricola Settefrati, che attraverso un’importante opera di restauro ha riportato la corte e la chiesa al loro antico splendore.