Chiesa di San Celestino I Papa

Chiesa

Informazioni rapide

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Tipologia

Borgo Virgilio

Citta

Piazza Adua

Indirizzo

0376 448247

Telefono

Descrizione

A Pietole, nel borgo che sorgeva a ridosso del fiume Mincio, ora designato come Pietole vecchia, sorgeva una pieve intitolata a San Celestino papa già nell'anno 1037, di cui non restano tracce. Dal secolo XI, per lunghissimo tempo, è attestato lo stretto legame tra il Capitolo della Cattedrale di Mantova e Pietole manifesto, tra l'altro, nel diritto di nomina del parroco di Pietole da parte dei Canonici. L'importanza storica della chiesa di Pietole è correlata anche al santo dedicatario. La devozione a San Celestino I papa, morto nel 432, è documentata sin dall'antichità sia a Mantova sia a Pietole; nei calendari liturgici diocesani fino all'anno 1888 si celebrava al 7 giugno il ritrovamento del corpo di San Celestino per la lontana tradizione secondo la quale, durante la traslazione da Roma, la salma era stata nascosta a Pietole a causa della morte di chi la portava. In seguito i resti mortali, custoditi nella Cattedrale di Mantova, sono stati dispersi con l'incendio della chiesa nel 1545.
Il prospetto dell'attuale parrocchiale in Pietole nuova, edificata tra il 1833 e il 1835, dichiara il neoclassicismo del progettista, l'architetto Giovanni Battista Vergani. Dall'organismo architettonico avanza un portico passante di ordine ionico, coronato da timpano triangolare che conduce lo sguardo alle volumetrie dei corpi in sovralzo e del campanile circolare che si origina dall'abside. Al di sopra del portale bronzeo, opera dello scultore Maffeis di Ponte di Legno (1978), nei cui scomparti sono rappresentati Momenti del pontificato di San Celestino I papa, è murata una formella marmorea che rappresenta San Pietro. La stretta attinenza di questo bassorilievo con quelli nel paliotto d'altare, oggi nella seconda cappella a destra della cattedrale di Mantova, ha permesso di ipotizzarne l'originaria funzione: l'insieme dei tre scomparti costituiva parte della fronte di un sarcofago con una datazione entro la prima metà del secolo XIV. Nell'interno, di apprezzabile spazialità, sulla parete destra e ai lati dell'arcata che inquadra la cappella, sono disposte sulla parete statue in stucco che rappresentano Sant'Anna e San Giuseppe; sulla parete opposta, con analoga collocazione si riconoscono le rappresentazioni, a figura intera, di San Pietro e Sant'Agnese. Nel presbiterio è il Crocifisso, donato dal defunto parroco don Ettore Vareschi ai suoi parrocchiani, opera dello scultore mantovano Giuseppe Menozzi; ha sostituito la pala con l'effigie di San Celestino papa, con un fare vicino al Campi, ora in fondo alla chiesa. La parrocchiale conserva anche quattro tele di Teodoro Ghisi, databili all'ultimo decennio del Cinquecento, con Storie degli Evangelisti. Sono qui pervenute, in epoca imprecisata, dall'oratorio mantovano di San Lorenzino, attualmente chiesa valdese.

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