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La facciata, di un tardo neoclassicismo prospetta sulla porticata Piazza Garibaldi. La costruzione della chiesa, progettata dall'ingegnere mantovano Antonio Arrivabene, risulta conclusa nel 1854 dopo che era stata demolita la quattrocentesca chiesa di San Biagio, la prima parrocchiale "fuori castello". Nel 1956 è stato attuato un ampliamento nella zona del presbiterio; tra il 1953 3e il 1955 il pittore mantovano Alessandro Dal Prato ha dipinto nel catino absidale scene imperniate soprattutto sul sacrificio di Cristo e sulla chiesa orante e militante. Anche i quattro evangelisti nelle vele della cupola e le vetrate ai lati dell'altare maggiore sono opera di Dal Prato. Nell'interno della chiesa un Ex Voto per la peste del 1576 (proveniente dalla demolita chiesa domenicana della Beata Vergine della Misericordia), attribuibile a Teodoro Ghisi, ricorda la riconoscenza della città salvata dalla peste per intercezssione di San Sebastiano. Un crocefisso ligneo, di autore ignoto, denota caratteristiche lombarde e venete della prima metà del Cinquecento.
Opera di Francesco van den Dick e di poco antecedente la fine del Seicento è una tela con l'effige di San Longino con il Sacro vaso; il soldato, legato alla tradizione mantovana del Sangue di Cristo, è raffigurato con una ricerca dinamica e scenografica.