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La chiesa della Beata Vergine del Carmine, come ogni altro edificio religioso, è un luogo legato ad una storia, a tradizioni di fede, a culti e devozioni che hanno radici antiche e profonde. Si suggerisce quindi di accostarsi a questa chiesa con l’intenzione di saper leggere in essa la testimonianza di una fede semplice, ma autentica, tradotta in opere molto significative.
Il maggior elemento che dal punto di vista del culto e della devozione popolare caratterizza la chiesa è la presenza del grande Crocifisso miracoloso collocato al centro dell’abside. Ad esso è legata la storia di tanta gente, dei più poveri, degli ammalati (si ricordi l’originaria collocazione nell’antico ospedale); è il crocifisso degli antenati che per secoli lo hanno venerato, pregato, portando ai suoi piedi tutte le loro angosce e sofferenze, le loro paure e speranze. È anche il crocefisso di san Carlo Borromeo, venuto a Sabbioneta per correggere le storture e ammonire per una vita cristiana più autentica e coerente. Pregare davanti a questo crocifisso significa mettere la propria vita nelle mani di Dio, rinnovando la fiducia nella Provvidenza e nella sua grande misericordia confermando quindi le ragioni della speranza cristiana.
La devozione marina, altro elemento che caratterizza questa chiesa, è il culto verso la Madonna del Carmine. Infatti, i primi eremiti si erano radunati attorno ad una chiesetta sul monte Carmelo dedicata alla Madonna quindi il popolo chiamò questa comunità “I frati della Beata Vergine Maria”. Venuti in Europa eressero i lori conventi attorno ad una chiesa che sempre dedicarono alla Madonna del monte Carmelo. I frati dovevano imitare le virtù di Maria e diffonderne la devozione. A partire dal Cinquecento prese piede la “pia pratica dello scapolare”. I fedeli che veneravano la Madonna del Carmine indossavano un abitino cioè mettevano sulle spalle un pezzetto di stoffa benedetta che era consegnato idealmente alla Vergine Maria. Con lo scapolare si sviluppò una pratica che è pure ricordata in questa chiesa quella del “Privilegio sabatino”, cioè la promessa che la Madonna avrebbe liberato dal Purgatorio, il primo sabato dopo la morte, i confratelli del Carmine che fossero morti piamente indossando il loro scapolare. Anche se materialmente la promessa è stata confermata da una falsa bolla pontificia, così che è da ascriversi alla leggenda, tuttavia si parla ripetutamente, anche in documenti papali più recenti, di questo privilegio e in modo positivo. Nel 1613 fu emanato un decreto con il quale si permetteva la predicazione della speciale assistenza della Vergine ai suoi devoti in Purgatorio. In questo modo la Madonna del Carmine è diventata un punto di riferimento per tutti coloro che si affidavano a lei, non solo in questa vita, ma anche nell’altra. Ecco perché nella tela in cui è effigiato San Simeone troviamo il riferimento alle anime purganti.
La chiesa del Carmine di Sabbioneta è dunque un edificio mariano, una chiesa nella quale la Madonna esorta a fare proprio lo stile di vita proposto dal Vangelo, invita a fare un cammino che va dal monte Carmelo al monte Calvario.
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