Dal 1 gennaio 2019, il comune di Bigarello è incorporato per fusione nel comune di San Giorgio di Mantova. dando vita al nuovo comune di San Giorgio Bigarello.
San Giorgio di Mantova
Centro immediatamente a nord-est di Mantova. Il nome di San Giorgio identificava un borgo ora non più esistente, raso al suolo in epoca napoleonica per dare spazio a nuove fortificazioni a difesa della città di Mantova. Dell'antico borgo medievale a ridosso della città virgiliana rimane solamente il cosiddetto "Ostello di Sparafucile", che deve il suo nome al sicario che avrebbe ucciso erroneamente Gilda anziché il Duca di Mantova, personaggio di una delle opere più conosciute e apprezzate di Giuseppe Verdi, il Rigoletto. Il territorio comunale assunse la denominazione definitiva ed attuale di "San Giorgio di Mantova" con un Regio Decreto del 1867. Nell'immediato dopoguerra il territorio comunale di San Giorgio di Mantova ha subito ulteriori variazioni territoriali con il passaggio al municipio di Mantova delle frazioni di Virgiliana e Frassine. Attualmente il capoluogo comunale è rappresentato dalla frazione di Mottella. La parrocchiale della Madonna dei Miracoli risale al 1560.
Bigarello
Sembra che Bigarello abbia preso il nome da "Biga" mezzo di trasporto trainato da cavalli in uso nell'antica Roma. Infatti, scavi effettuati nel territorio di Bigarello in questi ultimi anni, in particolare nella zona "Castellazzo", hanno messo a nudo abitazioni lacustri, utensili domestici in pietra e amuleti di bronzo dell'epoca Romana. Bigarello è già nominato in diploma dal 1045 da Enrico III a favore della chiesa Mantovana. Da un documento fatto da Bonacolso il 2 Marzo 1298 risulta che egli comperava un podere con casa nel territorio "Bigarelli ad villam Cuchi", mentre da carte del 1357 si apprende che Ugolino Gonzaga aveva avuto dall'Imperatore Carlo IV, nel 1354, piena potestà e giurisdizione sopra vari castelli fra cui Bigarello. Dal 1360 al 1707 il comune passò ai Gonzaga che ne furono gli ordinari padroni . Nel 1796 il paese fu saccheggiato e distrutto dalle truppe Francesi, in transito, dirette a Governolo. La popolazione, meno di una cinquantina di persone, col parroco, si era rifugiata a Verona. Oggi il Comune di Bigarello è costituito da quattro frazioni; Stradella, Gazzo, Bazza e appunto Bigarello dalla quale prende il nome essendovi stata in passato la sede Comunale. La superficie del Comune è 26,96 Kmq., con circa 1700 abitanti. Il territorio può vantare costruzioni d’interesse artistico, culturale e religioso di un certo rilievo. A Stradella, la frazione più vicina alla Città, sorge la Chiesa della Natività della Beata Vergine che risale al 1400. Le pareti interne hanno spazi affrescati d’attribuzione pure quattrocentesca, in particolare una Madonna d’artista ignoto, ma certo di buonissima mano. Ci sono pure tre tele, due del settecento di Felice Campi, e una bella Natività policroma della Madonna. Vi è inoltre una "Pietà" in terracotta, databile attorno al '400, questa è la scultura che è portata in processione ogni anno durante la tradizionale e antica sagra. Proseguendo sulla strada per Roncoferraro, girando a sinistra prima dell'abitato di Cadè, in via del Galeotto troviamo l'omonima "Pila dal Galliot" edificio risalente alla metà del 1600 autorizzato, in quel tempo, ad usare l'acqua per far funzionare i macchinari dall'Imperatrice Maria Teresa d'Austria e che ad acqua ha funzionato fino agli anni '60. E' una fra le ultime rimaste nella zona del vialone nano. Avanzando sulla stessa strada si arriva a Bazza, la frazione più "nascosta", dove troviamo l'imponente costruzione detta "Il Palazzo", un tempo bella casa padronale, con soffitti, cassettoni ed affreschi cinquecenteschi. A Bazza vi è inoltre la chiesetta dedicata a S. Antonio Abate eretta nel 1705. A Bigarello esiste la chiesa dei S.S. Giovanni e Paolo costruita nel 1741, il campanile invece è del 1929. A Bigarello esiste anche la casa dove dal 1485 al 1492 visse la Beata Osanna Andreasi, insieme al fratello Antonio, vicario marchionale dei Gonzaga. Tra i miracoli compiuti dalla Beata va ricordata la guarigione di Don Genesio de Peregrini, parroco di Bigarello, il quale, moribondo per grave malattia, fu visitato da Osanna ed in seguito si alzò dal letto completamente guarito. Altro edificio storico situato a Bigarello è il mulino di Tristano Martinelli 1556 - 1631, il celebre Arlecchino mantovano che operò in Germania, in Francia e in Spagna, da dove ritornò in Italia con onore e oro sonante che depositò al Monte di Pietà di Firenze, città nella quale operò al servizio di Ferdinando de Medici. Il mulino, acquistato nel 1617, fu uno dei tanti investimenti che il Martinelli fece nel mantovano e lo vincolò a fidecommesso affinchè non uscisse mai dalla sua famiglia, e perchè il vincolo rimanesse nella memoria fece murare una lapide marmorea per la quale dettò egli stesso l'epigrafe.