Viadana, MU.VI.itinerario di visita

Informazioni rapide

Descrizione

Il Museo Civico “Antonio Parazzi” si presenta ai suoi visitatori suddiviso in cinque sezioni, ciascuna corrispondente ai diversi periodi storici, comprendo un lasso temporale che va dal Periodo Paleontologico al Periodo Egizio.

L’itinerario si conclude con la visita alla Pinacoteca e all’area dedicata alle ceramiche.

Sezione Paleontologica: è costituita dai reperti della collezione Parazzi, in parte raccolti dallo stesso, in parte provenienti da donazioni di collezioni private e pubbliche, tra le quali si ricordano E. de Nicolis, direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Verona ai tempi del Parazzi e Cantoni, importante famiglia Viadanese.

Sezione Periodo Neolitico: I reperti archeologici di questa sezione sono attribuibili al Neolitico della Cultura dei vasi a bocca quadrata, in prevalenza riferibili alla sua ultima fase, denominata stile ad "incisioni e impressioni" o Nord Alpina (3500 - 3300 circa A.C.), per le sue affinità stilistiche provenienti dalla più ampia area culturale sviluppatasi nell'Europa centrale.

Sezione Età del Bronzo: I reperti esposti in questa sala sono quasi tutti provenienti da insediamenti ubicati nell'hinterland territoriale di Viadana e in buona parte riferibili alla Cultura Terramaricola (1500-1300 circa a.C.), che si estende dall'Emilia sud occidentale, alla Lombardia orientale, al Veneto e al Trentino. I materiali presenti nel Museo Parazzi di Viadana sono in parte frutto di regolari scavi stratigrafici effettuati nel secolo scorso, in parte il risultato di recenti raccolte di superficie. All'omogeneo complesso culturale fanno eccezione una tomba dell'età del Rame e alcuni reperti dell'età del Ferro. 

Sezione periodo Romano: Le prime tracce della romanizzazione si riscontrano intorno al II sec. a.C., con presenze sporadiche di reperti. Tale evento apporta sicuramente profonde trasformazioni, soprattutto legate al primo piano di centuriazione dell'agro cremonese. La misurazione e suddivisione del terreno, in regolari appezzamenti, ha richiesto l'opera di fossati e strade, testimonianze in parte ancora presenti primo piano di centuriazione dell'agro cremonese. Nel secolo scorso furono pure rinvenute e pubblicate alcune necropoli, parzialmente indagate: Messina-Bianchi, Salina-Vangolo e Salina-Carignano. Da tali scavi sono stati ricavati numerosi e importanti materiali archeologici che nel complesso costituiscono buona parte dell'esposizione di questa sala, che accoglie anche reperti frutto di recenti raccolte di superficie.

Sezione Periodo Egizio: è costituita da ventinove pezzi pervenuti al Museo probabilmente da un'unica donazione, fatta da Achille Cantoni nel 1904. Forse unica eccezione è il n. 15, importato già in antico in Italia e proveniente, insieme ad altri oggetti di epoca romana conservati in Museo, da scavi nel Lodigiano del 1877, donati nel 1904 al Museo da don Cirillo Mutti.

Pinacoteca
È difficile stabilire se gli artisti di cui abbiamo le prime testimonianze pittoriche in questa raccolta civica, che avrebbe la pretesa di essere una piccola pinacoteca, fossero viadanesi o forestieri. è comunque certo che i loro affreschi, tavole, tele e altro, fossero commissionate ed eseguite per Viadana. Un tempo si usava dipingere con ornati e figure le dimore private e gli edifici pubblici, sia all'interno che all'esterno: caratteristica di cui rimane solo qualche esempio. Si deve all'intelligenza del Parazzi se il museo può vantare queste testimonianze attraverso le quali, unite ai quadri rinascimentali e moderni, si può avere un primo contatto con la "scuola" artistica viadanese. Questa, affinatasi col diretto contatto del nativo Bedoli e del Parmigianino, costituisce un punto d'incontro con quella parmigiana, cremonese e mantovana. L'attento esame di questa raccolta può, inoltre, costituire la base di partenza per la visita di quella grande pinacoteca che è conservata nelle chiese viadanesi.

Ceramiche
Anche la formazione della civica raccolta di ceramiche e terrecotte rinascimentali e moderne si deve al Parazzi. Con intuito incredibile, seppe dare il giusto valore a quegli artigiani sconosciuti che trasformarono oggetti di uso giornaliero, come sono queste stoviglie, in notevoli capi d'arte e di tecnica. Possiamo suddividere le collezioni in tre sezioni:
La prima è dedicata al graffito delle fabbriche locali.
La seconda alla fornace viadanese di Portiolo di evidente derivazione stilistica ligure: Albisola e Savona.
Nella terza parte il Parazzi raccolse ceramiche delle più significative fabbriche italiane ed estere.