La Sabbioneta ebraica

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La Sabbioneta ebraica

La città di Sabbioneta può essere definita anche ideale per la volontà di integrazione messa in atto dal suo fondatore, Vespasiano Gonzaga, che non volle un getto per gli ebrei che si erano già insediati da più di un secolo (1436). Nel XIV sec la sinagoga si trovava nell’antica rocca, ma oggi non ne rimane traccia.

La sinagoga attuale, probabilmente su progetto dell'architetto Carlo Visioli, fu edificata nel 1824, la struttura è frutto della volontà di una comunità ebraica forte ed emancipata, che nel corso del XIX secolo ha annoverato illustri personaggi, tra i quali Giuseppe Ottolenghi ed il medico Pio Foà. Nel 1840 furono eseguiti gli stucchi della volta dall'artista svizzero Pietro Bolla.

Il Tempio venne realizzato nella parte superiore dello stabile per rispettare il precetto per il quale tutte le sinagoghe devono trovarsi sotto la volta celeste

L'interno, neoclassico, anch'esso di pianta rettangolare, conserva un aspetto solenne; la bimà (temà) si trova sulla parete orientale; l'arredo è ancora costituito dagli antichi banchi di legno, mentre la zona dell'Aròn, ha tuttora l'aspetto prezioso che caratterizzò i tempi in cui la comunità raggiunse il massimo splendore. L'Aròn, è circondata da due colonne con capitelli corinzi ed è sormontata da un timpano con una scritta dorata in caratteri ebraici. Sul lato opposto al piano superiore è posto il sovrastante matroneo (spazio di preghiera riservato alle donne). Le pareti sono rifinite a stucco finto marmo di diversi colori. In ciascuno dei lati lunghi del salone sono disposte tre porte, una reale e due dipinte. Le finestre del lato sinistro guardano su un cortile interno, quelle sul lato destro, sono finte. Di particolare fattura, impreziosito dagli stucchi, il soffitto da l'impressione di un telo. La volta è sostenuta da una serie di lesene alle pareti. Dopo un lungo periodo di abbandono, il restauro della Sinagoga,  è stato ultimato nel 1994 ed ha permesso la riapertura dell'edificio al pubblico e al culto (il tempio è utilizzato dalla comunità ebraica di Mantova che ne è proprietaria). Della vecchia Sinagoga era stata conservata, fino al 1970, l'Arca Santa che ora è stata trasferita a Gerusalemme.

Altre testimonianze ebraiche in Sabbioneta
Il cimitero: nella frazione di Borgofreddo, è rimasto a testimoniare l'esistenza passata della comunità. Questo cimitero ebbe origine nel XIX secolo, l'ultima sepoltura risale al 1937ed è quella dell’ingegnere Vittorio Forti. Dopo un lungo periodo di abbandono le lapidi sono state recentemente restaurate a cura dell'Associazione Pro Loco che ha anche provveduto alla trascrizione dei testi.

Palazzo Forti: il complesso edilizio, posto nella attuale Via Accademia, era di proprietà della famiglia ebrea Forti, proprietari terrieri, fino alla prima metà del XX secolo.
Lapide Chiesa dell'Incoronata: Sotto il porticato di ingresso della chiesa che ospita le spoglie del Duca Vespasiano Gonzaga, è posta una lapide marmorea che ricorda il lascito dell'ebreo Leone Donato Forti che, nel 1826 riscattò la chiesa, sconsacrata dal 1810 durante la conquista napoleonica, e la donò alle autorità ecclesiastiche.
Museo di Arte Sacra: vi sono conservati alcuni oggetti (mezuzà e pergamene) ritrovati in una casa ebraica.

Le famiglie ebraiche più importanti furono quelle dei Foà e dei Forti, i primi crearono nel ‘500 una prestigiosa stamperia, i secondi erano grandi proprietari terrieri nel ‘700 e diedero vita al palazzo forti.

 

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