Varcato l’ingresso della residenza nobiliare cittadina della famiglia d’Arco nell’omonima piazza d’Arco in Mantova, l’ampio vestibolo si apre su un elegante cortile interno, delimitato su tre lati dai corpi di fabbrica dell’edificio; sul quarto lato, un’ariosa esedra a cinque arcate permette di accedere alla più vasta area propriamente destinata a giardino. Quest’ultimo fu acquisito dai d’Arco dai precedenti proprietari – i Della Valle – nel 1872, dotando così la propria dimora mantovana di un confacente ed esclusivo spazio verde con finalità ricreative. Se già, infatti, la famiglia possedeva la tenuta Bertone in territorio di Goito, con il grande parco progettato e realizzato secondo gli stilemi del giardino romantico all’italiana (dove il conte Luigi aveva sapientemente messo a frutto la sua appassionata vena di naturalista), anche nel meno esteso giardino di Palazzo d’Arco vennero realizzate aree verdi diverse per struttura e per composizione di specie vegetali messe a dimora. I vialetti guidano il passeggio tra particelle non omogenee con alberi e arbusti ornamentali caratteristici dei giardini di tale fattura – si pensi al tasso, alla magnolia, al bagolaro, al bosso – oltre a siepi, aiuole, zone miste di prato ed arbusti ed un settore del giardino appositamente adibito alla coltivazione di spezie ed altre essenze particolari o rare. Si segnala, per bellezza e sviluppo, un magnifico esemplare di glicine, avvoltosi con spire tortuose ad un albero ad alto fusto e ormai del tutto compenetratosi con questo. Non manca una splendida serra con vasche, ornata con sobrio decoro, oggi non funzionante ma meritevole di un adeguato recupero e restauro.