Palazzo Municipale: un cantiere in tempo di guerra

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Descrizione

Palazzo Municipale:
un cantiere in tempo di guerra
(1915-1921)

Nella sua lunga storia, dalla costruzione della Loggia seicentesca agli adattamenti più recenti, il Palazzo Municipale è stato vissuto dalla comunità asolana come il centro del “pubblico”. Dei secoli passati nei suoi muri ne ha impressa la testimonianza e il racconto documentario proposto ci parla delle principali trasformazioni architettoniche che hanno interessato quest’imponente luogo del potere che si affaccia con la Cattedrale sull’elegante piazza XX Settembre. Originariamente era costituito da tre corpi di fabbrica rispettivamente il Palazzo pubblico, il Pretorio e l’Archivio che simboleggiavano le principali funzioni di potere del Podestà, ovvero, l’esercizio del “mero e misto imperio”, del civile e del criminale, espressamente concesso nelle clausole di dedizione a Venezia.

Con la collocazione del Casino dei nobili al piano terra e la costruzione, secondo l’uso dei tempi, “d’un confacente” Teatro cittadino al primo piano, nel 1794, il Palazzo diventò anche luogo di svago e di incontro sociale. La costruzione del Teatro impose la riduzione in un unico disegno e corpo di fabbrica dei tre antichi fabbricati.

Nei progetti presentati dall’ing. Giulio Cesare Zuppellari nel 1821 per un adattamento interno del palazzo stesso è possibile recuperare il prospetto di facciata e soprattutto, la collocazione del Teatro a ferro di cavallo che si descrive come “… di tre ordini di sette palchi per ogni lato oltre due sulla porta e due prosceni attigui con tre palchi cadauno; è tutto di legno..: I prosceni sono marcati da tre pilastri per una parte di ordine corintio…”. La !sionomia attuale, ingrandita e rinnovata, gli deriva dalla ristrutturazione del 1915: già il Palazzo comunale aveva perso la sua funzione di Teatro dismesso nel 1890 in favore della recuperata chiesa di S. Erasmo che diventerà l’attuale Teatro Sociale.

Alle porte c’era la guerra quando il Consiglio “…considerata l’importanza economica e morale del problema, delibera di interrogare a mezzo di Referendum il corpo elettorale sulla opportunità del radicale restauro e riordinamento del Palazzo…”.

Il progetto definitivo di dettaglio delle opere sarà affidato all’ing. Giuseppe Alberti di Brescia che, chiamato alle armi nel maggio 1916, sarà sostituito da Clerici Bagozzi Ottaviano. I lavori furono affidati all’impresa di Affò Florio e Manenti Francesco di Asola. La disposizione del piano terreno, dal quale il Comune con gli affitti delle botteghe ricavava già un utile considerevole, restava pressochè invariata: unica modificazione importante era la soppressione dell’ingresso agli uffici comunali in Via Libertà e la sua sostituzione con uno scalone ampio e convenientemente decorato nella parte centrale, verso Piazza XX Settembre.

Il primo piano invece, che si trovava nel massimo disordine, venne completamente modificato dal progetto. In esso sono posti gli Uffici comunali con tutti i locali necessari fra i quali l’Archivio e la Sala delle conciliazioni, gli uffici della Pretura, del Catasto e del Registro e censo. Nel centro poi dell’ala a Nord dell’edificio e prospiciente alla piazza XX Settembre, venne progettato un ampio salone per le riunioni del Consiglio comunale, l’attuale Sala consiliare.

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