Mantova, museo di Palazzo D'Arcoitinerario di visita

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Descrizione

La dimora patrizia apre ai visitatori le splendide sale del piano nobile, tra le quali il Salone degli Antenati, così chiamata per i sessanta ritratti di personaggi della casata; la Camera delle Prospettive Architettoniche, con pregevoli mobili neoclassici; la Camera dei Ritratti, con dipinti che vanno dal Cinquecento alla prima metà del Cinquecento alla prima metà dell’Ottocento; la Camera delle Nature Morte o Sala da pranzo; la suggestiva Loggetta e la Sala della Musica.
Si prosegue con la Camera di Diana, il cui nome deriva dalla figurazione del soffitto; la Sala Rossa, con gli arredi eseguiti nel 1874 per il conte Francesco Antonio d’Arco; la Sala di Pallade, nella quale spiccano l’immagine del duca Vincenzo I Gonzaga e il grande ritratto di gentiluomo in abito seicentesco dipinto dal Genovesino; la Sala Verde o della Giustizia con il quadro raffigurante Ferdinando Carlo Gonzaga e con l’armadio degli Eremiti; la Sala delle Figurazioni Sacre con dipinti dal tema religioso del Manieri, Lotto, Van Dyck; la Sala del Bazzani che accoglie sette imponenti tele con episodi della vita di Alessandro Magno.
Parte del patrimonio librario della famiglia d’Arco è conservato nella grande Biblioteca, dalla quale si accede alla Sala dei “papiers peints” dedicata all’eroe tirolese Andreas Hofer, e alla Cucina del palazzo che raccoglie una straordinaria collezione di utensili di rame, ottone e peltro. Attraverso il cortile e l’esedra, il percorso continua nella palazzina quattrocentesca che al piano terreno presenta interessanti arredi e dipinti, e al piano superiore la splendida Sala dello Zodiaco con le pareti interamente decorate da un ciclo astrologico con complesse figurazioni e miti legati alle costellazioni, opera del pittore veronese Giovanni Maria Falconetto (intorno al 1520).
Infine nel giardino, che offre un'immagine di piacevole suggestione con alberi vetusti e un piccolo orto botanico, si può ammirare l'edificio che ospita le collezioni naturalistiche e la serra dove la "Tuffola" del Tabacchi (1878) è pronta a tuffarsi nella vasca dei pesci rossi