Chiesa dei Santi Pietro e Paolo Apostoli - interno

Informazioni rapide

Descrizione

 

Entriamo per uno sguardo all’interno del tempio affidandoci alla guida dell’opuscolo La Parrocchiale di Sermide pubblicato nel 1986.
La chiesa consiste di 3 navate formate da pilastri con basamento in tufo lavorato. È lunga 65 metri, larga 27 e alta 21 (30 metri all’esterno). Entrati, nella navata est troviamo il Battistero con un affresco di Oscar di Prata raffigurante il Battesimo di Gesù. Successivamente incontriamo l’Altare ligneo di San Giuseppe e quindi l’Altare della Madonna.

In fondo alla navata e in fianco all’Altare Maggiore si trova la Cappella del Santissimo abbellita da due tele di rilievo: una splendida Assunta di Giuseppe Bazzani, il maggiore artista mantovano nel Settecento che si formò sui grandi pittori veneti e si ispirò a Rubens per il trattamento della luce e del colore e la bella pala di un altro insigne pittore mantovano, Pietro Fabbri, che raffigura i Sette Santi Fondatori dell’Ordine dei Padri Serviti, l’ordine dell’antico convento del Bassanello chiuso alla fine del Settecento.
Sulle pareti opposte del transetto si trovano due affreschi: S. Pietro con le chiavi del Regno e S. Paolo appoggiato all’elsa della spada dipinti con mano vigorosa e felice nel 1950 dal pittore sermidese Franco Gavioli (Dida). Alla maestosità plastica delle figure si unisce una nobile ieraticità di posture che ne esalta il simbolismo di santi protettori della città.

Sull’Altare Maggiore c’è poco da aggiungere a quanto scritto dal Matteucci, se non un accenno ai bei bassorilievi bronzei del tabernacolo, opera dello scultore sermidese Roberto Rebecchi. Dietro l’altare troneggia maestoso un coro di noce proveniente da un convento Modenese.

Iniziamo la visita della navata ovest dalla cappella della Madonna Immacolata o del Rosario. Il sontuoso altare ligneo è adorno di bassorilievi dorati e di quindici formelle a olio che girano attorno alla nicchia raffigurando i misteri del Rosario

Segue l’altare di S. Antonio di cui si è parlato, costruito alla fine della guerra, arricchito di notevoli affreschi della sermidese Elena Schiavi e di vetri storiati che celebrano momenti della vita del Santo.

Osservando gli affreschi della Schiavi con la moderna vitalità e sensibilità che li caratterizza viene da osservare che il Novecento ha dato a Sermide una felice generazione di artisti che resta ancora poco studiata e non adeguatamente valorizzata.

Più in giù, in fondo alla navata, incontriamo l’Altare dell’Addolorata. Il gruppo ligneo della Madonna con il Cristo morto sulle ginocchia proviene dall’antico convento del Bassanello ed è attorniato da lastre di marmo con i nomi dei Sermidesi caduti in guerra.

Fino a qualche anno fa, alla destra dell’Altar Maggiore, era esposto un vigoroso San Sebastiano, ora conservato al Museo Diocesano “Francesco Gonzaga”, che qualcuno attribuisce a Lorenzo Costa, scolaro del maestro ferrarese Cosmé Tura. In ragione delle caratteristiche tecniche altri sono propensi ad attribuirlo ad un pittore dell’area padovana vissuto nel giro del grande Giovanni Bellini.

Nel patrimonio culturale sermidese sono da includere alcuni interessanti dipinti custoditi nella casa parrocchiale con i soggetti seguenti:

- Sant’Antonio da Padova (olio su tela)
- Figura d’uomo nudo trafitto da una freccia (olio su tela)
- Deposizione di Gesù (olio su tela)
- Ecce homo (olio su tela)
- Madonna con Gesù Bambino, San Giovannino e Sant’Antonio (olio su tela)

Interessante è l’archivio Parrocchiale del Capoluogo riordinato in anni recenti – per i registi dei Battezzati, dei Matrimoni e dei Defunti – da Gerardo Menani. Vi sono conservati dei corali a stampa (1490) provenienti dal Convento dei Cappuccini e libri pubblicati nel Cinquecento. Numerose sono le buste di documenti pontifici, vescovili e più probabilmente locali, solo parzialmente esplorate.