Il Castello di San Giorgio, sede di una della più severe carceri austriache durante il Risorgimento, nell'anno del centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia, è uno dei luoghi che hanno maggiormente ispirato gli autori della manifestazione. Oltre a ospitare alcuni degli incontri letterari, il Castello racconterà il testamento umano e spirituale dei Martiri di Belfiore, raccolto nelle pagine del Confortatorio di Mons. Martini, attraverso l'adattamento in forma di lettura di Luca Scarlini. E ancora: la storia di Felice Orsini, futuro attentatore di Napoleone III, sarà rivissuta nell’antica prigione da un racconto di Giancarlo De Cataldo. Bosco Virgiliano, un parco-monumento realizzato raccogliendo tutte le specie vegetali ricordate da Virgilio nelle sue opere, è il punto di partenza che Giuseppe Barbera ha scelto per parlare del paesaggio agrario italiano.
Alcuni dei negozi del centro storico, attualmente sfitti o in abbandono, vivranno una nuova vita in qualità di “bottega” - quella di ri-tratto tenuta da Alessandro Sanna, Massimiliano Tappari e alcuni scrittori o quella per la creazione di abbecedari d'artista organizzata dal Dipartimento Educativo del MamBo. Non mancheranno nuove vetrine per esporre veri e propri "prodotti intellettuali" - i piccoli film fatti con carta e matita realizzati nei laboratori di Michel Ocelot .
I Giardini Valentini, una piccola area verde nascosta tra i palazzi della città, da semplice luogo di transito torna ad essere per il Festival uno spazio di scoperta e di divertimento per i ragazzi, ritornando alla propria originaria vocazione. Qui Claudio Madia terrà la sua scuola di clownerie, Dino Ticli i laboratori sui fossili, Anna Cerasoli farà appassionare alla matematica i ragazzi, gli operatori del Centro Archeologico del Forcello inizieranno i bambini alle tecniche di scavo e di recupero dei reperti.
Gli esempi potrebbero continuare. Strade, piazze, cortili, teatri sono più che in passato spazi da condividere, per parlarsi. E in un Festival così può anche succedere che Alessandro Bergonzoni si affacci alle finestre delle case del centro storico e inizi a parlare con chi sta sotto. L’idea che ritorna è sempre quella della ricerca di possibilità nuove e inespresse, competenze anomale da carpire e mettere in scena, potenziali d’integrazione inesplorati.