I MARTIRI Molti ricordi riguardanti i Martiri ci sono pervenuti attraverso le memorie di Mons. Luigi Martini, che fu paterno consolatore di quasi tutti i condannati. Alla sua insistenza e a quella di altri patrioti si deve l’opera di ricerca dei corpi delle vittime. La perfidia dell’invasore era giunta ad impedire la sepoltura dei Martiri in luogo benedetto.
La ricerca, grazie all’impegno del capomastro Pacifico Andreani, iniziò ancora prima che le truppe austriache se ne andassero e terminò idealmente con il loro riposo nella cripta del monumento, allora collocato in Piazza Sordello.
DON GIOVANNI GRIOLI, nato a Mantova, di anni 30, curato a Levata e a Cerese, capo cellula del Comitato insurrezionale di Cerese. Condannato, senza prove certe, per aver esortato alla diserzione alcuni soldati austriaci. Fucilato a Belfiore il 5 Novembre 1851.
CARLO POMA, nato a Mantova, di anni 29, medico all’ospedale civile di Mantova, tra i fondatori del comitato insurrezionale cittadino. Condannato per alto tradimento, con l’aggravante di aver progettato un attentato ai danni dell’Imperial Regio Commissario di Polizia, Filippo Rossi. Impiccato a Belfiore il 7 Dicembre 1852.
DON ENRICO TAZZOLI nato a Canneto sull’Oglio (MN), di anni 40, sacerdote e docente di filosofia al seminario. Capo del Comitato rivoluzionario di Mantova. Mosso da ferventi ideali umanitari e filantropici, si dedicò all’istruzione del popolo. Condannato per alto tradimento. Impiccato a Belfiore il 7 Dicembre 1852.
ANGELO SCARSELLINI, nato a Legnago (VR), di anni 29, commerciante. Tra i capi del Comitato Rivoluzionario di Venezia; per i frequenti contatti con l’estero diventa il tramite con Mazzioni, esule a Londra. Condannato per aver progettato il rapimento dell’imperatore Francesco Giuseppe, al fine di ottenere la libertà del Lombardo-Veneto. Impiccato a Belfiore il 7 Dicembre 1852.
GIOVANNI ZAMBELLI, nato a Venezia, di anni 28, stampatore. Membro attivo del comitato di Venezia. Condannato perché ritenuto complice dello Scarsellini. Impiccato a Belfiore il 7 Dicembre 1852.
BERNARDO DE CANAL, nato a Venezia, di anni 28, letterato. Membro attivo del Comitato di Venezia. Condannato perché ritenuto complice dello Scarsellini. Impiccato a Belfiore il 3 Luglio 1853. DON
BARTOLOMEO GRAZIOLI, nato a Fontanella di Casalromano (MN), ora Fontanella Grazioli, di anni 49, parroco di Revere (MN). Capo del circolo rivoluzionario di Revere. Molto attivo nel 1848 nel prestare aiuto ai volontari italiani, sempre in prima fila nel soccorso alle popolazioni bisognose. Condannato per alto tradimento. Impiccato a Belfiore il 3 Luglio 1853.
TITO SPERI, nato a Brescia, di anni 27, laureato in legge. Tra i protagonisti delle eroiche “dieci giornate” di Brescia del 1849, membro attivo del Comitato rivoluzionario di Mantova. Condannato per alto tradimento, con l’aggravante di aver progettato un attentato ai danni dell’Imperial Regio Commissario di Polizia,, Filippo Rossi. Impiccato a Belfiore il 3 Luglio 1853.
CARLO MONTANARI, nato a Verona, di anni 43, conte, ingegnere, possidente terriero. Condannato per alto tradimento, per i suoi stretti contatti con i congiurati mantovani. Impiccato a Belfiore il 3 Luglio 1853.
PIETRO DOMENICO FRATTINI, nato a Vago di Legnago (VR), di anni 32, impiegato, reduce dalla difesa della repubblica Romana, nel 1849, mutilato a causa di una ferita. Nonostante fosse già pervenuta la notizia della sua amnistia, per la ricorrenza dell’onomastico dell’imperatore, venne giustiziato. Impiccato il 19 Marzo 1853.
PIETRO FORTUNATO CALVI, nato a Briana di Noale (VE, allora PD), di anni 38, già capitano dell’Imperial Regio esercito austriaco, poi colonnello della Repubblica Veneta, “Eroe del Cadore”: per parecchi giorni bloccò, insieme ad altri patrioti, i rinforzi austriaci per l’assedio di Venezia. Estraneo alla Congiura di Belfiore, fu condannato per aver cercato di risollevare il Bellunese contro gli austriaci. Impiccato nei pressi della Lunetta di San Giorgio il 4 Luglio 1855.