Tra le polveri della biblioteca si possono fare belle scoperte. Eccone una: «Adìo a Torri», sonetto inedito in dialetto manto vano composto nel 1909 da Ferruccio Ferretti. L'autografo lo ha trovato Gilberto Scuderì. Le due raccolte di poesie in dialetto mantovano di Ferruccio Ferretti (edite da Arnoldo Mondadori nel 1925 e da Adalberto Sartori nel 1974) non comprendono «Adìo a Torri», il sonetto che ho trovato abbandonato in un libro. Per la biografia di Ferretti non servono molte righe. Era nato nel 1868, figlio di un tipografo che stampava un calendario mantovano corredandolo con sue poesie. Dopo aver frequentato le scuole tecniche, fu per poco tempo amministratore della Gazzetta di Mantova e passò poi come contabile alle dipendenze della Banca Agricola Mantovana, dove rimase per venticinque anni, fino alla morte, avvenuta nel 1915. Ammalato, assistito dalla moglie Irene Martinenghi, trascorreva lunghi periodi di riposo sul lago di Garda e al mare. Nell'articolo «Mantova ha perduto il suo poeta», apparso sulla Provincia di Mantova il 30 ottobre 1915, si legge: «La lunga residenza al mare, facilitata a lui dall' amministrazione della Banca Agricola, ha prolungato la povera esistenza, la sua crudele agonia». Il «Sonetto in musica» che si intitola «Adìo a Torri» è scritto su carta intestata dell ' «Hotel Restaurant Torri del Benaco», è datato 18 agosto 1909 ed è dedicato «Alle Signore Amina Madella e Linda Boldini»:
Torri, dop quindas dì da sta Cuccagna
tra magnàr, bevar, dòrmar, star
colgà,
l'è ora da lassòr l'aria 'd montagna
come le vache quand è fnì l 'istà.
E sicome la merda fa la magna (1)
diman a tornarò a far l'impiegà,
ma quand sarò sentà in sa cla scragna
am gnarò in ment i gioran c'ho
passà.
E pregand al Signor ch'al t'abia
in gloria,
Torri ricordarò tuti i to sas, al to lac, le to tor e la to storia;
che, s'ès da dismendgòram, sta
persuas ch'am restaròpar sempar in memoria
l'odor d le to cagade sota al nas.
(1) Il concime (ingrassando la terra) fa diventare il raccolto più copioso; ossia, ironicamente: la vacanza fa in modo che, al ritorno, si lavori meglio.
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